Prof.ssa Daniela Lucini
Che l’attività fisica allunghi la vita ormai è cosa nota. Eppure solo la metà degli adulti raggiunge i livelli e la frequenza di moto consigliata dai medici. Solo in Italia la sedentarietà è responsabile del 14,6% di tutte le morti, pari a circa 88.200 casi all’anno, e di una spesa in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di euro annui. Sono quattro patologie maggiormente imputabili alla scarsa attività fisica: tumore della mammella e del colon-retto, diabete di tipo 2, coronaropatia. Un aumento dei livelli di attività fisica e l’adozione di stili di vita salutari determinerebbero invece un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale pari a oltre 2 miliardi e 300 mila euro in termini di prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, trattamenti ospedalieri e terapie farmacologiche evitate. Ne abbiamo parlato con la professoressa Daniela Lucini, responsabile di medicina dell’esercizio di Humanitas.
Un italiano su due non fa abbastanza attività
I dati arrivano dal Rapporto Istisan “Movimento, sport e salute: l’importanza delle politiche di promozione dell’attività fisica e le ricadute sulla collettività”, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dal Ministero della Salute e dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) e presentato di recente in un convegno all’ISS dedicato all’argomento.
Dalla ricerca è emerso infatti che solo un italiano su due, tra gli adulti, raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica, mentre un bambino su quattro dedica al massimo un giorno a settimana (almeno un’ora) allo svolgimento di giochi di movimento. Inoltre, circa un italiano su tre pratica sport nel tempo libero, anche se tale pratica interessa maggiormente le fasce d’età più giovani.
“La promozione dell’attività fisica – sottolinea Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – è sicuramente importante a livello del singolo, ma anche e soprattutto in una visione societaria con il coinvolgimento di diversi settori (educazione, trasporti, ambiente, politiche fiscali, media, industria, autorità locali), affinché l’attività fisica possa diventare direttamente integrata nella quotidianità di ognuno e affinché il singolo individuo possa farsi promotore della propria salute adottando uno stile di vita attivo”.
I dati dell’OMS: un problema mondiale
Anche i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parlano chiaro: nel mondo un adulto su quattro non è sufficientemente attivo e che l’80% degli adolescenti non raggiunge i livelli raccomandati di attività fisica. In particolare, in Europa oltre un terzo della popolazione adulta e due terzi degli adolescenti non sembrano svolgere abbastanza attività fisica.