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Il cioccolato fondente fa bene al cuore: gli esperti spiegano quale scegliere

Gianni Lastella da Gianni Lastella
01/08/2019
in Alimentazione, Dieta, Prevenzione
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Il cioccolato fondente fa bene al cuore: gli esperti spiegano quale scegliere
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Dopo le vacanze di Pasqua siamo tutti sommersi dal cioccolato. Uova da scartare (o già scartate) portano nelle nostre case una quantità elevata di questo delizioso prodotto alimentare che però andrebbe consumato con moderazione. Se rinunciarci è a dir poco impossibile, a meno di non essere nella lista dei pochissimi che non lo amano, è bene sapere quali sono vizi e virtù del cioccolato. La dott.ssa Manuela Pastore, dietista all’Istituto Clinico Humanitas, ha spiegato quali sono gli effetti positivi, specialmente del cioccolato fondente, sul cuore, a patto che non si esageri con le dosi.

Quale tipo di cioccolato scegliere?

Un detto latino di rara saggezza dice che, una volta ogni tanto, si può anche cedere al piacere della gola: “semel in anno licet insanire”. Lo conferma anche la dottoressa Pastore, che ha sottolineato l’importanza di non esagerare con le dosi, per poter prendere il meglio di quanto il cioccolato può offrire, anche in termini di salute. Ma quale tipo di cioccolato si dovrebbe scegliere? «L’ingrediente di base è sempre lo stesso ed è il seme di cacao che viene lavorato fino ad ottenere una pasta. Ecco, la pasta di cacao, che ovviamente cambia in base al seme utilizzato, è fondamentale: poi si aggiunge il cacao e lo zucchero – ha detto l’esperta di Humanitas -. In qualche caso poi si aggiunge anche il latte. Ovviamente a questa composizione di base si possono poi sommare numerosissimi ingredienti, in base al tipo di gusto che ogni persona cerca. Quindi oggi possiamo trovare cioccolato che contiene ad esempio frutta secca oppure frutta. L’importante, dal punto di vista del gusto e della salute, è scegliere prodotti di qualità».

Il cioccolato fondente, con i suoi antiossidanti, è da prediligere

Ottimale da molti punti di vista, il cioccolato fondente è da prediligere. Basta ricordarsi che parliamo di cioccolato fondente quando la percentuale di cacao non sia sotto al 40 per cento. Anche la scelta dei semi di cacao è fondamentale alla percezione del gusto: quanto più la percentuale di cacao sale, tanto maggiore è anche la percezione di gusto sempre più amaro, che non tutte le persone gradiscono.

«A partire dai flavonoidi per arrivare fino alla teobromina ed altri, che possono avere effetti positivi sul benessere dell’apparato cardiovascolare aiutando a proteggere i vasi, il cioccolato fondente è ricco di antiossidanti – ha detto la dottoressa Pastore -. L’effetto protettivo è dimostrato da diversi studi clinici che tuttavia si sono concentrati su quantità di cioccolato variabili tra i 20 e i 50 grammi al giorno, per un contenuto calorico di circa 150-250 calorie. Sopra questi quantitativi, la situazione non migliora». Insomma, non bisogna esagerare. «Soprattutto occorre evitare di cadere in quello che alcuni, forse in tono scherzoso, hanno definito “cioccolismo”, ovvero sulla capacità che il cioccolato ha di agire sulla sensazione di benessere – ha proseguito Pastore -. È certo che su questo aspetto incidono anche sostanze psicoattive che sono presenti all’interno di questo alimento, come l’anandamide o appunto la teobromina, che possono anche avere un effetto euforizzante. Attenzione però: non bisogna pensare che con il cioccolato possiamo immediatamente cambiare il nostro umore. Queste azioni sono solo temporanee e non si mantengono, quindi c’è il rischio di ritrovarsi a sgranocchiare cioccolato con un impatto sulle calorie che introduciamo».

Quanto cioccolato consumare al giorno?

«Chi è in salute e non è in sovrappeso non dovrebbe superare i 30 grammi al giorno – ha concluso la dietista -. In questo modo l’eventuale introito calorico in eccesso può essere smaltito senza particolari difficoltà e viene quindi sopportato bene dall’organismo. Uno dei piccoli trucchi che si possono consigliare è quello di razionare l’uovo di Pasqua dopo la sua apertura. Se ne prende un pezzetto e quanto avanza viene messo in cucina, lontano dalla tavola. Così non si corre il rischio di ritrovarsi a sbocconcellare cioccolato, mentre magari si chiacchiera con i parenti».

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Tags: alimentazioneindagine alimentareprevenzione
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Gianni Lastella Guardia di Finanza

Appassionato da sempre di studi giuridici, mi occupo del settore salute nell'ambito della Guardia di Finanza.

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