Redazione Humanitas Salute
Molti sportivi – come i runner e i giocatori di calcetto – conoscono il dolore all’inguine, spesso sottovalutato e identificato genericamente come pubalgia.
Il termine pubalgia, di per sé, indica solo il sintomo doloroso nella zona inguinale ma potrebbe riferirsi a qualunque patologia che interessi quell’area, come ad esempio all’ernia o alla borsite.
Nei runner e in chi pratica la corsa a vari livelli e intensità come nel calcio e calcetto, ma anche in altri sport, la pubalgia è in genere il sintomo di un’infiammazione. Come comportarsi in sua presenza?
Approfondiamo l’argomento con il dottor Federico D’Amario, responsabile del Centro di Chirurgia Ortopedica Robotica di Humanitas San Pio X.
Pubalgia e sport: quale legame?
Per comprendere la complessità del termine pubalgia, basti pensare che la letteratura scientifica identifica oltre settanta diverse cause di dolore inguinale. Identificare la causa specifica e trattarla di conseguenza è l’unica strada possibile per tornare a praticare il running e altri sport.
All’origine del dolore c’è una patologia infiammatoria dell’inserzione dei muscoli adduttori della coscia, causata da un sovraccarico funzionale o da microtraumi ripetuti; questo può accadere quando gli allenamenti sono eccessivi e troppo frequenti, oppure quando lo sportivo non rispetta il riposo come parte dell’allenamento stesso.
Pubalgia: quali sono le cause?
Raramente la pubalgia ha una sola causa. Le più comuni sono:
- tendinopatia inserzionale dei muscoli adduttori;
- osteite pubica;
- sport hernia, malattia a carico della parete addominale;
- conflitto femoro acetabolare;
- rottura del labbro acetabolare;
- borsite dell’ileopsoas.
La diagnosi di pubalgia richiede esperienza nell’identificare segni e sintomi relativi a ciascuna possibile causa.
Cosa fare in caso di pubalgia?
La prima cosa da fare è interrompere l’attività sportiva e rivolgersi immediatamente a uno specialista ortopedico, che possa escludere o confermare una delle cause più frequenti negli sportivi, come ad esempio il conflitto femoro acetabolare o una tendinopatia.
Dopo la visita, saranno chiare le cause e si potrà quindi procedere al trattamento, che richiede diversi tipi di terapie prima per eliminare l’infiammazione e ridurre il dolore, e poi per risolvere la patologia che l’ha determinato.
Ad esempio, quando la pubalgia è data dalla presenza di due condizioni che richiedono inquadramento diagnostico diverso e terapie specifiche, come lo sport hernia (una patologia della parete addominale e di pertinenza del chirurgo generale) e conflitto femore acetabolare (una patologia dell’anca di pertinenza del chirurgo ortopedico che può essere risolta nelle fasi iniziali in artroscopia), il trattamento di una sola delle cause del dolore non può risolvere il problema dello sportivo. Questo, molto spesso, è il motivo per cui in molti runner e sportivi sembra che la pubalgia non passi mai del tutto.